Residuo Fisso Acqua: Significato e Valori di un’Acqua Buona

Residuo Fisso Acqua: Significato e Valori di un’Acqua Buona

Il residuo fisso è un termine spesso utilizzato dai medici e dai nutrizionisti nel consigliare l’acqua da bere. Un valore che riflette la quantità di sostanze minerali e di microelementi presenti all’interno dell’acqua in bottiglia e di quella del rubinetto.

In base ad esso il liquido acquisterà un determinato sapore, colore e odore, oltre a una sua limpidezza.

Conoscere il residuo fisso è utile al fine di scegliere l’acqua più adatta alle proprie esigenze. In questa guida sono presenti tutte le informazioni per capire cos’è, come calcolarlo e gli effetti sul benessere dell’uomo.

Residuo Fisso Acqua: cos’è?

L’acqua potabile che beviamo ogni giorno in bottiglia e dal nostro rubinetto prevede diverse caratteristiche che la rendono pura e di qualità. Oltre al giusto valore di ph è essenziale la presenza di un residuo fisso adeguato.

Cosa significa esattamente questo termine? Il residuo fisso nell’acqua o TDS (total dissolved solids) definisce la tipologia di sali minerali e di microelementi presenti al suo interno. Infatti, l’acqua ha un’elevata solubilità, ovvero la capacità di legarsi a oligoelementi, come bicarbonato, sodio, potassio, cloruro (sale), magnesio, ferro e fluoro.

Questi elementi potranno essere presenti in percentuali differenti facendo acquisire all’acqua un sapore diverso, ma anche un colore e una limpidezza ben definita. Infatti, alcune acque possono avere un residuo fisso basso, altre un valore più alto in base proprio alla quantità di sostanze in essa disciolte.

Il residuo fisso viene calcolato in mg/l (milligrammi per litro) ed è un elemento che attribuisce all’acqua quelle proprietà uniche che la rendono indispensabile per il benessere del corpo umano.

Classificazione delle acque in base al residuo fisso

Nella tabella seguente abbiamo inserito la classificazione delle acque in base alla quantità del residuo fisso.

tabella valori residuo fisso acqua

Inoltre, la classificazione dell’acqua può variare in rapporto alla tipologia dei minerali presenti al suo interno. Ad esempio, si parla di acqua solfata se la percentuale di solfati è superiore ai 200 mg/l, oppure di magnesiaca o ferruginosa, rispettivamente se il magnesio è superiore a 500mg/l e il ferro è presente in quantità pari a 1 mg/l.

Perché è importante per la salute conoscere il residuo fisso dell’acqua che beviamo?

L’acqua da bere per essere considerata tale deve avere le seguenti caratteristiche:

  • ph tra 6,5 e 9,5;
  • essere priva di elementi inquinanti;
  • avere limpidezza e un buon sapore;
  • prevedere un TDS (residuo fisso) tra i 50mg/l e i 1.500 mg/l.

Quindi, individuare il residuo fisso dell’acqua permette di avere la sicurezza che sia da bere e di qualità. Inoltre, la presenza di minerali ed altri microelementi permette di attribuire all’acqua quelle proprietà uniche che la rende indispensabile per il benessere.

Infatti, elementi come il potassio, il sodio, il magnesio per citarne alcuni, sono basilari per regolare il funzionamento del nostro organismo: vengono in parte assorbiti attraverso l’alimentazione e in parte integrati grazie alla presenza del residuo fisso dell’acqua.

Inoltre, conoscere questo parametro è utile al fine di valutare anche l’acqua da bere da scegliere. Ad esempio, per chi fa sport diventa indispensabile avere un TDS con una quantità media di minerali, dato che permetterà di reintegrare il potassio e il magnesio perso con il sudore. Una situazione simile è il residuo fisso per chi è a dieta. Anche in questo caso, data la limitazione di sali minerali e vitamine, dovute ai profili alimentari, può essere utile integrare attraverso l’acqua parte di queste sostanze.

Come misurare il residuo fisso dell’acqua?

minerali e residuo fisso dell'acquaPer determinare il residuo fisso, in laboratorio viene posto un litro di acqua in un contenitore di platino, riscaldato in modo graduale fino a 180°. I sali e i minerali rimasti verranno poi pesati utilizzando un’apposita bilancia tarata. In questo modo si determina la loro quantità in mg/l.

Invece, se si vuole calcolare a casa il residuo fisso dell’acqua, il procedimento è semplice per quella in bottiglia. Per legge questo parametro deve essere indicato sull’etichetta insieme al ph. Un discorso diverso è per l’acqua del rubinetto. In questo caso ci si dovrà affidare ai report dei gestori idrici, forniti al Ministero della Salute, aggiornati di anno in anno e che riportano le diverse proprietà dell’acqua divise per le grandi città.

In alternativa, puoi scegliere di utilizzare un depuratore domestico a osmosi inversa, che attraverso particolari filtri, permette di personalizzare il residuo fisso dell’acqua.

Quanto residuo fisso deve avere una buona acqua?

Un’acqua con un buon residuo fisso è quella che rientra nei parametri di legge e quindi con un minimo di 50 mg/l e un massimo di 1.500 mg/l.

Su questo tema, può essere utile sfatare alcuni luoghi comuni: ad esempio, spesso si pensa che il residuo fisso dell’acqua per i calcoli renali debba essere molto basso, in modo da non sovraccaricare i reni. In realtà ancora oggi non vi sono prove che lo dimostrano. Per prevenire o sciogliere i calcoli è necessario bere solo una giusta quantità di acqua al giorno, variabile in base all’età e alla corporatura.

Anche l’idea di somministrare ai neonati acqua con residuo fisso basso, per prevenire danni ai reni, si è dimostrata non vera. Anzi la presenza di minerali è considerata importante per la crescita.

Quindi per scegliere un’acqua con il giusto residuo fisso diventa essenziale valutare una serie di parametri come:

  • lo stato di salute personale: se non ci sono particolari problemi fisici, è possibile bere qualunque tipologia di acqua;
  • tipologia di attività: se si fa sport è preferibile un’acqua con un residuo fisso medio;
  • alimentazione: per chi affronta una dieta per dimagrire, il residuo fisso deve essere scelto con attenzione, con la consulenza del nutrizionista in modo da bilanciare la riduzione dell’assunzione di sali minerali;
  • gusto personale: il residuo fisso incide sul sapore dell’acqua. Ad esempio, quelle ricche di magnesio possono acquisire un retrogusto più forte rispetto alle acque con alta percentuale di sodio e potassio;
  • utilizzo dell’acqua: quella impiegata per gli elettrodomestici deve avere un adeguato residuo fisso con una percentuale bilanciata di calcio, magnesio e bicarbonato, elementi che vanno a creare il calcare;
  • acqua in cucina: l’acqua per cucinare deve prevedere un residuo fisso bilanciato, onde evitare un’alterazione dei cibi durante la cottura.

Come abbassare il residuo fisso dell’acqua fino a ottenere acqua senza residuo fisso

Se si vuole avere un’acqua del rubinetto con un buon residuo fisso e con la giusta purezza e ph, è possibile utilizzare strumenti di nuova generazione: i depuratori ad osmosi inversa. Sono apparecchi di piccole dimensioni da posizionare all’ingresso del sistema idrico della casa o sotto il lavello e che permettono di intervenire sulle proprietà dell’acqua personalizzandole.

Infatti, i depuratori offrono la possibilità di ridurre le percentuali in eccesso di sali minerali e microelementi, abbassando il residuo fisso, grazie ad una serie di processi che sfruttano il principio naturale dell’osmosi inversa. Inoltre, si avrà la certezza di bere un’acqua potabile microbiologicamente pura, grazie al fatto che i depuratori ad osmosi permettono di eliminare metalli pesanti, elementi chimici e batteri pericolosi per l’organismo.

Residuo Fisso Acqua: il ruolo dei Depuratori

migliore-acqua-con-residuo-fissoL’acqua con un adeguato residuo fisso permette di migliorare la qualità di vita nella propria casa. La giusta percentuale di sali minerali la rende di qualità e pura, favorendo il benessere personale.

Inoltre, ridurre la percentuale di calcio, magnesio e potassio limita la produzione di calcare, elemento che si forma a temperature elevate e che intacca le resistenze di lavatrici, lavastoviglie e scaldabagni, determinando costi di manutenzione, oltre a un consumo energetico elevato.

Grazie ai depuratori ad osmosi inversa di Vividacqua, sarà possibile personalizzare il residuo fisso e al contempo ottenere anche un vantaggio economico, contribuendo alla tutela dell’ambiente e riducendo il consumo di acqua in bottiglia.

Residuo fisso acqua – Domande frequenti (FAQ)

Quanto residuo fisso deve avere una buona acqua?

In base alla legge l’acqua del rubinetto deve avere un residuo fisso tra 50 mg/l e 1.500 mg/l. Scopri come scegliere l’acqua migliore nella nostra guida.

Come abbassare il residuo fisso dell’acqua?

È possibile abbassare il residuo fisso dell’acqua di casa attraverso un depuratore ad osmosi inversa.

Come misurare il residuo fisso dell’acqua?

Per l’acqua in bottiglia il residuo fisso è indicato sull’etichetta, mentre per quella del rubinetto si dovrà prendere come riferimento i dati forniti dal Ministero dell’Interno.

Come vedere il residuo fisso dell’acqua?

Per avere la certezza di un’acqua del rubinetto con un buon residuo fisso, può essere utile utilizzare un depuratore ad osmosi inversa.

 

Vuoi saperne di più sui depuratori?

Open chat
Hai bisogno di aiuto?
Vividacqua
Ciao,
possiamo aiutarti?